01 Φεβρουαρίου, 2010

Ο Μαρσέλ κοιτάζει




Marcel che guarda
una coppia damanti parlarsi vicini.
Si dicono belle parole
a piccole pause,
si dicono amore.
Se le dicono belle,
logicamente,
si dicono stelle.
Marcel ripensa alla sua vita,
quella vera,
quella che sbatte in faccia
tutti gli appena.
Marcel ricorda la vecchia madre
che gli tirò uno scherzo da prendere,
lanciò la scarpa più bella
di vernice povera
e poi lucente.
E lui la rincorse
appena soffiando un respiro entusiasta,
si sentiva felice
perché in pugno stringeva il sogno
e leleganza.
E così mamma conobbi gli istanti
negli intervalli fra onde
per avere un pensiero più grande.
E così mamma ho inseguito orizzonti
sicuro comero che fosse darancio
lo sguardo del cielo.
Marcel guarda
la coppia damanti andarsene piano.
Si mordono il labbro inferiore,
probabilmente
sanno già dove andare.
In un luogo importante,
per rendere belle le malinconiche ombre,
in un luogo distante,
perché siano clandestine
le loro uniche sorti.
E così mamma conobbi gli istanti
negli intervalli fra onde
per avere un pensiero più grande.
E così mamma ho inseguito orizzonti
sicuro comero che fosse darancio
lo sguardo del cielo.
E così mamma conobbi gli istanti negli
intervalli fra onde per avere un pensiero più grande.
E così mamma ho inseguito orizzonti.
Così Marcel
regolarmente fumando
ripensa alla vita
tamburellando le dita,
graffiando il silenzio,
consumandone il tempo.
Senza fatica,
benché nessuna donna adesso
gli dica.
Marcel ripensa alla sua vita,
quella vera,
quella che sbatte in faccia
tutti gli appena.


Marcel
(Cellerino/Giannotti)